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A porte chiuse

A porte chiuse

Il 6 novembre 2020 alle 21.00, presso il Teatro ai Colli di Padova in via Monte Lozzo, debutta la nuova produzione del Teatro delle Ortiche: A porte chiuse di J. P. Sartre. Regia e adattamento di Vittorio Attene. Con Cristian Corò, Cristina Maffia, Daniela Zangara. Musiche di Vittorio Attene. Costumi e scene di Caterina Riccomini

Scritta nel 1944 ma estremamente attuale e “rivelatrice”, l’opera di Jean Paul Sartre si svela in tutta la sua potenza comunicativa, trasportandoci in un’atmosfera intima, claustrofobica a tratti, eppure fortemente evocativa.
La stanza in cui si trovano i personaggi non ha né finestre né specchi. I protagonisti si aspettano di essere torturati, ma nessuno più entra nella stanza. Alexander, Ines ed Esthelle si ritrovano a dover condividere uno spazio angusto senza la
possibilità di poter entrare davvero in contatto, senza ricevere alcuna risposta “dall’alto” sul perché si trovino lì. Dovranno capirlo da soli. E forse ci riusciranno, anche se il prezzo da pagare sarà alto, molto alto.

A porte chiuse 1

Per info e prenotazioni:
333 7957079/ teatrodelleortiche@gmail.com specificandoci:

  • Nome e cognome dei prenotati (specificare se si è congiunti)
  • Numero telefonico di riferimento

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Intorno al Festival dei Matti – nuovo appuntamento

Intorno al Festival dei Matti – nuovo appuntamento

In questi anni ci siamo chiesti cosa occorra mettere in campo oggi per incidere realmente sul contesto che abitiamo, per dilatare gli effetti del Festival dei matti che giungerà a NOVEMBRE  alla sua undicesima edizione

Confrontandoci con la cittadinanza, ci siamo chiesti come colmare il divario tra quello che diciamo e ripensiamo insieme e che ha bisogno di trasformarsi in riflessioni approfondite e strutturate, e quello che mettiamo realmente in atto per compensare lo scarto tra le vite di chi attraversa un’esperienza di sofferenza mentale e chi ci gira intorno ben sapendo di non poterne essere immune eppure avendo gli strumenti e le risorse per non esserne mai completamente preda.

Il prossimo obiettivo sarà  quello di attivare  uno spazio di sapere partecipato, di ricerca, formazione e sperimentazione i cui protagonisti, anziché proteggere la propria “differenza” ( che poi si traduce in fatica e solitudine) mettano in comune quello che sanno e le esperienze di cui sono portatori, li scambino e li facciano reagire, costruendo relazioni tenute da un vero interesse di convivenza.

Il podcast che presentiamo va in questa direzione e abbiamo creato un prodotto indirizzato a cittadini, tecnici e non, artisti e non artisti, giovani e vecchi  dal titolo LEGATI.

Come riporta il giovane autore e ideatore Furio VisentinLegati è il dualismo che parla sia dell’orribile pratica della contenzione ma anche dei rapporti tra le persone, come migliorarci e riportare il discorso della salute mentale ad essere centrale nella nostra società e nelle nostre vite.”

Sempre Visentin racconta che “L’idea del podcast  nasce a seguito della morte di Elena Casetto, una diciannovenne morta nell’incendio del reparto psichiatrico a Bergamo nel 2019, ma impossibilitata a fuggire perché legata al suo letto, a seguito di un tentativo di suicidio e si sviluppa dopo un intervista telefonica  sentita alla radio, dove uno  psichiatra basagliano, Peppe dell’Acqua, si  domandava in maniera esasperata e quasi retorica perché si fosse preferito legare la persona, anziché parlarci e capire i motivi dei suoi gesti estremi, o perché ancora oggi le psichiatrie di tutto il mondo pensano che sia la malattia l’oggetto del loro lavoro e non la persona, con la sua soggettività.

Il lavoro di una durata complessiva di 100 minuti suddivisi in 5 puntate  attraverso a interviste a persone che hanno sofferto e attraversato la malattia mentale operatori e persone comuni ci accompagna ad un nuovo impegno per affrontare un nuovo viaggio in questa nostra “ condizione umana che è la follia” .  

I curatori de Il Festival dei matti

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