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Facciamo nostro e diffondiamo questo documento delle Acli di Padova sotto la Presidenza di Gianni Cremonese, anche a seguito alle indicazioni emerse dal Consiglio Provinciale; lo facciamo nella speranza di alimentare una riflessione ad ampio raggio sul conflitto in essere ed acquisire maggiore consapevolezza della posta in gioco. L’arte e lo spettacolo hanno dimostrato di essere in prima fila nel chiedere un immediato cessate il fuoco e nella promozione e attivazione di fattivi gesti di solidarietà. Si riprenda al più presto a far parlare le diplomazie e non le armi. Cessi quanto prima questo intollerabile spargimento di sangue. La storia torni ad essere maestra di come la follia della guerra non possa essere una strada percorribile.

Il Presidente di Acli Arte e Spettacolo Padova

Gianluca Meis

Le ACLI di Padova esprimono la più ferma condanna dell’aggressione all’Ucraina da parte dell’esercito della Federazione Russa di Putin, ravvisando in questa guerra di invasione la volontà di sovvertire il diritto internazionale, calpestare la libera scelta democratica di un popolo e di riportare in Europa gli equilibri del Patto di Varsavia con le aree di influenza della guerra fredda.

In oltre un mese di violenti attacchi l’Ucraina è diventata il simbolo non solo di un paese sovrano invaso con violenza da un dittatore senza scrupoli, ma ancor più di un Presidente e di un popolo che con la difesa ad oltranza della propria libertà sta indicando all’Occidente quanto sia fondamentale salvaguardare la democrazia, i diritti umani e la libera convivenza civile di tutti.

Di fronte alla minaccia dell’aggressione russa l’Unione Europea ha saputo ritrovare una inedita unità di intenti nel sostenere la giusta resistenza del governo e del popolo ucraino, inviando aiuti economici, alimentari, sanitari e militari al martoriato popolo ucraino. Il Governo italiano ha pienamente aderito agli obiettivi europei, anche trovando una nuova unità tra tutte le forze politiche.

E’nostra responsabilità di cittadini essere altrettanto determinati, perché vengano ritirate le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e sia rispettata la sovranità del popolo ucraino.

Le ACLI di fronte a questo arbitrio e alla sopraffazione dell’esercito della Federazione Russa contrastano l’indifferenza di chi non vuol capire che in gioco non c’è soltanto la libertà di un popolo, ma la stessa convivenza democratica, il diritto internazionale e con essi la civiltà dell’Europa e dell’intero genere umano. Non è tollerabile che, in questo nuovo millennio, uno stato si comporti con i criteri di potenza dei secoli passati, pretenda di imporre le proprie scelte ai paesi vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi.

Una aggressione di queste dimensioni e disumanità è destinata a ridefinire totalmente i rapporti internazionali tra gli Stati con il rischio di riportare il mondo intero alla logica dei blocchi contrapposti. Il capovolgimento, sancito dal ricorso alla guerra da parte della Federazione Russa, di quanto costruito con la cooperazione economica internazionale dopo la caduta del muro di Berlino, rende evidente che nulla potrà più essere come prima. Si dovrà ricostruire un nuovo ordine mondiale al quale i valori e la cultura democratica dell’Occidente, ed in essa il pensiero dei laici cristiani –se sapranno stare con i piedi ben piantati nella storia- potranno dare un contributo determinante. In cui la deterrenza delle armi sia progressivamente sostituita dalla deterrenza delle sanzioni economiche e da un più incisivo progredire della diplomazia.

Ma questa nuova strada potrà essere imboccata solo ridando autorevolezza ed incisività alle Istituzioni Internazionali ed in particolare all’ONU, perché questa aggressione -come le troppe guerre regionali che hanno accompagnato la storia del mondo in questi ultimi 70 anni- siano veramente bandite come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

Va fermato subito, con determinazione questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà.

Ispirate da questi irrinunciabili valori e in piena coerenza con la nostra carta costituzionale le ACLI di Padova chiedono al Governo:

  1. Di accelerare ed estendere le misure di isolamento economico della Russia.
  2. Di trovare in tempi brevi nuovi canali di approvvigionamento di gas e petrolio totalmente sostitutivi delle importazioni russe; di predisporre le infrastrutturazioni necessarie per una più ampia produzione energetica nazionale; e di assumere concrete misure di sviluppo delle energie rinnovabili.
  3. Di intervenire immediatamenter con aiuti alimentari, umanitari e militari al sostegno, alla protezione e alla difesa delle popolazioni martoriate dai bombardamenti.
  4. Di predisporre adeguati piani di accoglienza dei profughi che abbandonano le città bombardate, anche attivando le energie del Terzo Settore.
  5. Di promuovere in Europa, negli Usa e tra le più autorevoli nazioni del mondo una incisiva azione diplomatica protesa ad un immediato cessate il fuoco e a duraturi accordi di pace rispettosi delle libertà e dei diritti internazionali.

Sarà soprattutto con la coerenza e l’impegno che il popolo italiano potrà trasmettere al popolo russo l’obiettivo di costruire insieme, nella libertà e nella democrazia, il vero progresso economico e sociale e con esso una nuova civiltà futura.